Una multa da 300 milioni di euro per avere ostacolato l’accesso di un concorrente. E’ questa la decisione dell’Antitrust, secondo cui le Ferrovie dello Stato hanno tentato di ostacolare l’ingresso di Arenaways
sul mercato del trasporto ferroviario passeggeri. L’Autorità, che ha
deciso di comminare sanzioni per 300mila euro, ha diffidato il gruppo
dal mettere in atto in futuro comportamenti analoghi, che mettono a
rischio ogni tentativo di apertura del mercato. Una cifra che tuttavia,
secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi, ”appare del tutto iniqua e sproporzionata in difetto rispetto al reale danno subito dagli utenti”.
L’abuso
è stato commesso tra il 2009 e il 2010, al momento dell’entrata in
vigore della normativa finalizzata a contemperare le esigenze di
liberalizzazione del trasporto ferroviario passeggeri e il mantenimento
dell’equilibrio economico dei contratti di servizio stipulati per la
prestazione dei servizi sussidiati. E il primo provvedimento emanato in
materia dal regolatore è stata la decisione dell’Ursf (l’Ufficio per la
Regolazione dei Servizi Ferroviari istituito per gestire i rapporti tra
il gestore della rete e le imprese ferroviarie) di negare ad Arenaways
le fermate intermedie, perchè avrebbero compromesso l’equilibrio dei
contratti di servizio.
Secondo quanto ricostruito dagli uffici dell’Antitrust, l’obiettivo di impedire l’attività di Arenaways sulla tratta Torino-Milano
è stato realizzato dal gruppo Fs mediante una serie di azioni delle
proprie controllate. In particolare Rfi, società che gestisce la rete
ferroviaria, ha adottato comportamenti dilatori rispetto alla richiesta
di assegnazione delle tracce avanzata da Arenaways, che hanno portato a
un ritardo di oltre 18 mesi nel consentire l’accesso a un’infrastruttura
essenziale. Le tracce richieste per la prima volta nell’aprile 2008
sono state ottenute da Arenaways solo a novembre 2010, peraltro senza
fermate intermedie, sulla base della decisione dell’Ursf. Per questa
infrazione l’Autorità ha sanzionato le società Ferrovie dello Stato e
Rfi per 100mila euro.
Le società diffondono una nota dove si
legge: “Trenitalia e RFI confermano la piena correttezza del proprio
operato e formulano la più ampia riserva di valutazione del
provvedimento, ivi inclusa l’iniziativa di ricorso”.