venerdì 21 dicembre 2012

Apple e le garanzie in Italia, un'altra multa dall'Antitrust

Non si può certo definire un regalo quello che l'autorità Antitrust italiana ha piazzato sotto l'albero di Cupertino giusto in tempo per la notte di Natale. Nonostante da almeno un mese Apple si sia adeguata alle leggi italiane sulle garanzie, in un comunicato diramato poco fa, l'AGCM ha comunicato la chiusura di un procedimento di inottemperanza, affibbiando all'azienda una multa da 200.000 euro.

È la conclusione (si spera) di una telenovela cominciata esattamente un anno fa, il 21 dicembre 2011, quando l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana stabilì di sanzionare Apple con l'accusa di pratiche scorrette a danno dei consumatori, per un totale di 900.000 euro

La questione aveva a che fare con le garanzie: negli Stati Uniti la legge prevede un anno di garanzia gratuita, le leggi italiane (ed europee) invece ne prevedono due. Secondo l'antitrust Apple aveva approfittato della mancanza di informazione sulle normative per vendere ai clienti italiani un'estensione della garanzia, inducendoli sostanzialmente a pagare anche per una garanzia che sarebbe spettata loro di diritto.

Apple aveva fatto subito ricorso al Tar. Nonostante il ricorso fosse stato bocciato , per diversi mesi l'azienda calforniana ha continuato a tenere negli Apple Store i pacchetti del programma di estensione delle garanzie AppleCare Protection Plan , facendo infuriare le associazioni di consumatori e guadagnandosi un richiamo ufficiale da parte di un commissario europeo.

Lo scorso novembre, infine, Apple ha ceduto alle pressioni dell'Antitrust , provvedendo a ritirare dai negozi italiani i pacchetti APP, e ad adeguare le informazioni riportate sul sito web di APP alle leggi vigenti nell'Unione Europea. Pur riconoscendo l'adempimento di Apple a quanto prescritto nel dicembre 2011, l'antitrust ha giustamente deciso di non sorvolare sui lunghi mesi in cui Apple ha sostanzialmente fatto spallucce, nella speranza che il Tar accettasse il suo ricorso.

Dal 28 marzo di quest’anno fino al 10 novembre il gruppo non ha sostanzialmente tenuto conto del precedente provvedimento dell’Autorità” si legge nel comunicato ufficiale “Il 21 dicembre dello scorso anno Apple era stata infatti multata con sanzioni per 900mila euro in quanto aveva dato informazioni insufficienti e confusorie ai consumatori sulla garanzia biennale di conformità da parte del venditore, ne aveva ostacolato l’esercizio limitandosi a riconoscere la sola garanzia del produttore di un anno e aveva indotto in confusione gli acquirenti inducendoli a sottoscrivere un contratto aggiuntivo che si sovrapponeva in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo. Oltre alle multe, il provvedimento dava tempo al gruppo di adeguarsi alle norme del Codice del Consumo entro il 28 marzo.”

I 200.000 euro di multa dovranno essere pagati da tre gruppi legati a Apple: Apple Sales International (120.000 euro), Apple Italia S.r.l (40.000) e Apple Retail Italia S.r.l (40.000). Il caso italiano è piuttosto unico nel suo genere, e secondo alcune associazioni di consumatori potrebbe rappresentare un utile precedente per risolvere controversie analoghe in altri paesi UE.

mercoledì 5 dicembre 2012

Dall’Antitrust UE maxi-multa al cartello delle Tv

Philips, LG Electronics, Samsung ed altre cinque aziende sono state accusate di fare cartello e sanzionate dall’Antitrust UE. Multa di 1.47 miliardi di euro. Ancora nessuna decisione su Google
L’Antitrust europeo ha deciso per il pugno duro contro il cartello delle Tv e dei monitor. Philips, LG Electronics, Samsung ed altre tre aziende sono state accusate di fare cartello e di aver fissato i prezzi di Tv e monitor a tubo catodico per un decennio.  sanzionate dall’Antitrust UE. La multa è da record: 1.47 miliardi di euro in tutto. La commissione europea ha comminato la sanzione più alta, pari a 313.4 milioni di euro, alla danese Philips. LG Electronics ha ricevuto la seconda sanzione per entità:  295.6 milioni di euro.

L’authority ha poi sanzionato Panasonic per 157.5 milioni di euro, Samsung SDI per 150.8 milioni di euro, Toshiba per 28 milioni di euro e la francese Technicolor per altri 38.6 milioni di euro. Sono state comminate multe miniori anche a due joint venture di Panasonic. La taiwanese Chunghwa Picture Tubes aveva dato la “soffiata” sul cartello di TV e dei monitor computer, evitando così la multa.

Secondo l’Antitrust UE erano stati messi illecitamente in piedi due cartelli, uno sulle TV ed uno sui monitor per computer che operavano a livello globale nella decade fra il 1996 e il 2006, periodo durante il quale i manager fissavano i prezzi e dividevano le quote di mercato ai “green meetings”, cosiddetti perché terminavano con immancabili partiti a golf.

Questi cartelli per i tubi a raggio catodico sono ‘cartelli da manuale‘: racchiudono tutte le peggiori caratteristiche dei comportamenti anti-competitivi, rigoramente proibiti per le aziende che fanno business in Europa,” ha stignatizzato in una nota il commissario alla competizione UE, Joaquin Almunia.
Almunia ha spiegato che le violazioni hanno arrecato danno ai consumatori visto che gli svhermi di questa tipologia detenevano dal 50 al 70% del prezzo dei monitor Pc. Da anni sono stati sostituiti da tecnologie più avanzate come gli schermi Liquid-crystal display (LCD), display al plasma e organic light-emitting diodes (OLED).

I regolatori Antitrust non hanno invece ancora preso nessuna decisione in merito a Google. Lo ha affermato il commissario Antitrust Joaquim Almunia, spiegando che i colloqui continuano.