La lunga storia del succo di mangostano continua. Non è bastata la multa di 250.000 euro inflitta a maggio scorso dall’Antitrust alla Xango Italy (azienda che distribuisce il prodotto) per pratica commerciale scorretta. Oggi ne arriva un’altra di 50.000 euro sempre per lo stesso motivo: pratica commerciale scorretta rappresentata dal sistema di vendita piramidale.
A segnalare il caso era stata Altroconsumo che aveva denunciato all’Autorità la scorrettezza del messaggio pubblicitario,
in cui il succo di mangostano veniva presentato come un toccasana per
prevenire e curare alcune patologie cardiache, diabete, morbo di
Parkinson e Alzheimer. L’Associazione aveva puntato il dito anche contro la modalità d’offerta del prodotto, assimilabile a tecniche di vendita piramidale che “utilizzano” i consumatori anche come rivenditori.
L’Antitrust aveva quindi avviato un procedimento, intimando più volte alla società di sospendere ogni attività diretta al reclutamento e registrazione di nuovi incaricati alla vendita del prodotto. La Xango ha fatto ricorso al Tar, ma il ricorso è stato respinto ed è scattata la multa di 250.000 euro.
La società, tuttavia, ha continuato a vendere il succo di mangostano e
l’Antitrust ha aperto un nuovo procedimento che si è concluso con
un’altra multa poiché la Xango non ha eliminato del tutto i profili di
scorrettezza accertati.
“Il sistema di vendita Xango – si legge nel
bollettino odierno dell’Agcm – è strutturato su modalità che risultano
volte principalmente all’inserimento di nuovi consumatori/incaricati
retribuiti attraverso un complesso sistema di remunerazione, c.d. piano
dei compensi, che implica da parte degli incaricati il pagamento di una
quota di ingresso nel Sistema Xango, l’acquisto mensile di un
quantitativo prestabilito del prodotto ed il raggiungimento di alcune
soglie minimali per le vendite promosse o effettuate dal singolo
incaricato, da solo e insieme alla sua downline, pena la mancata
corresponsione dei compensi, requisiti questi che connotano in senso
piramidale il Sistema Xango”.