mercoledì 12 marzo 2014

Multa Antitrust in Italia ad Organo Gold, la parola all'azienda

L'azienda Organo Gold Europe prende atto della sanzione ricevuta da parte dell'AGCM italiana e comunica ai propri Distributori le azioni di adeguamento, in modo tale da dare continuità alla distribuzione in uno dei Paesi di maggior fatturato e successo mondiale.

Nel comunicato stampa Organo Gold si legge quanto segue:

"...nei mesi scorsi Organo Gold ha lavorato a stretto contatto con l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Italiana (AGCM) ...ora questo lavoro è stato completato e siamo lieti di annunciare che l'azienda ha apportato delle modifiche strutturali al piano compensi e ha adottato una serie di misure aggiuntive che tengono in considerazione le indicazioni fornite da parte Autorità Garante in Italia". 

Sembra quindi puntuale la risposta dell'azienda in termini di volontà di adeguamento alla Legge italiana, in quanto la stessa Compagnia comunica mediante Mr. Paul Jarvis , Vice Presidente EU, FSU ed Africa, quanto segue:  

"Il nuovo piano compensi sarà disponibile da subito nel Back Office di ogni Incaricato"  
aggiungendo poi che "...il nuovo piano compensi vuole essere conforme e non soggetto ad alcun divieto da parte dell'Autorità Garante in Italia ...incorporando ulteriori dispositivi di tutela, che vanno aldilà delle raccomandazioni date, al fine di garantire che i nostri Incaricati alle Vendite siano in grado di continuare a prosperare in Italia per le generazioni future".

Capitolo HEALTH CLAIM (messaggi promozionali salutistici)

Nel comunicato stampa aziendale, si legge inoltre che, in aggiunta ai cambiamenti nel piano compensi, Organo Gold "intende applicare in maniera ancora più rigorosa le proprie politiche e procedure per quanto riguarda i siti web creati dei propri Incaricati e quelle relative ad eventuali claim salutistici in relazione ai prodotti Organo Gold" non conformi al volere dell'AGCM.

"...con effetto immediato, la società inizierà a mettere in atto una ancor più stringente politica di tolleranza zero in modo da essere in grado di agire rapidamente al fine di proteggere l'attività di vendita in Italia su basi solide e legali. In caso di ulteriori quesiti si prega di contattare europe@organogold.com "

Mai come in questa situazione, si può dire che l'azienda Orgnao Gold Europe abbia risposto in maniera pronta e decisa per tutelare il futuro di migliaia di Collaboratori Italiani, consapevole che il comportamento di pochi, può mettere a repentaglio il futuro di migliaia che lavorano in modo corretto. Il caso Xango del 2010, insegna...


martedì 11 marzo 2014

Il network marketing in Italia tra sanzioni e sviluppi futuri

Proponiamo qui un'intervista a M.Rossi, Formatore e Networker di successo.
Data la sua ventennale esperienza internazionale, gli abbiamo chiesto quale fosse il suo personale parere in relazione allo status del settore multilivello in Italia rispetto al resto del Mondo in cui il network marketing è ormai una certezza imprenditoriale.


Il network marketing è un'industria in continua crescita, un modello vincente a livello mondiale ormai divulgato in molte Università (non ultima la Bocconi di Milano), ma allo stesso tempo è il modello imprenditoriale più incompreso e mal interpretato.

Come siamo messi in Italia?
La legge italiana non vede di “buon occhio” il network marketing nella concezione made in USA, soprattutto se si tratta di un modello “aggressivo” e spinto alla duplicazione veloce con i nuovi sistemi binari (dual team).

Le motivazioni di queste sanzioni?
Probabilmente sono da ricercarsi nelle diverse sfaccettature truffaldine che noi, popolo di artisti e inventori, abbiamo saputo imprimere negli ultimi decenni ad un modello di business nato e sviluppatosi con successo Oltreoceano (interessante nota storica: il celebre Schema Ponzi, che è alla base della vendita piramidale, è proprio frutto dell'inventiva di un Italiano emigrante: http://it.wikipedia.org/wiki/Schema_Ponzi).

Negli anni Ottanta e Novanta in Italia sono apparse rivisitazioni del sistema multilivello alquanto discutibili per come sono nate, si sono sviluppate con boom e poi morte dopo poco tempo lasciando tante persone in difficoltà: per lo più erano aziende di servizi, senza un prodotto di largo consumo e quindi spinte al reclutamento spietato di nuovi Partner, e non al consolidamente del mercato con nuovi clienti ed una efficace fidelizzazione. Questo ha portato alla regolamentazione del settore nel 2005, con la famosa legge di riferimento.

Se a questo, poi aggiungiamo che sempre più spesso il network marketing viene associato a settori dove ci sono forti interessi economici e controlli severi sulla promozione (vedi la salute e il benessere) il terreno su cui far crescere il proprio business risulta alquanto instabile per le aziende che utilizzano il sistema del network: che si voglia o no, l'Europa non è disciplinata come l'America, qui c'è maggior severità!

Alcune aziende multinazionali americane sono arrivate nel nostro Paese negli ultimi anni con tanti buoni propositi, ma senza immaginare lontanamente quali sarebbero state le difficoltà da affrontare con la giurisprudenza italiana, al fine di avviare il proprio business ed attuare con successo i loro piani marketing di nuova generazione.

Lo dimostrano le recenti multe di marzo 2014 ad aziende come Asea, Vemma e a sorpresa soprattutto Organo Gold, un'azienda di successo senza eguali: in soli 5 anni ha aperto in 35 Paesi ed è in costante crescita grazie ad un perfetto mix di prodotto e piano marketing.  

Si spieghi meglio, cosa non convince in queste sanzioni?
Prendiamo il caso della multa Organo Gold.  E' alquanto opinabile, in quanto se una persona legge  la sentenza capirà che, oltre al piano marketing, l'azienda è stata sanzionata per un uso scorretto ed ingannevole di claim salutistici che promuovono aspetti benefici dei prodotti.

Tuttavia non c'è una responsabilità oggettiva della stessa. Non si legge infatti in nessun sito web aziendale ufficiale (a differenza della concorrenza) proclami di questo tipo e solo il comportamento di alcuni "fanatici" del web (vedi il sito web non aziendale: organogolditalia.info citato dall'AGCM) che ha portato ad una valutazione dell'Ente e la conseguente una multa. C'è una presunta colpa.

A parer mio, lo dico in veste di professionista che opera da anni in questo settore, non è ammissibile una sanzione così elevata per un sito web che l'azienda non è riuscita a controllare non avendo saputo risalire al nome del proprietario (causa legge sulla privacy dei domini web) ed Organo Gold farebbe bene a fare ricorso e citare per danni il proprietario del nome a dominio.
Le spiegazioni di fondo a tutte queste continue multe?
L'industria del network è una grande opportunità per fare impresa, soprattutto in un momento di crisi globale, ma la Legge Italiana concepisce il sistema network semplicemente come un modello per la vendita diretta, niente di più. Per dirla “alla Kiyosaki”, lo si colloca nel secondo quadrante (S) e non nel terzo (B) come in USA.

Ritiene che la legge non sia consona allo sviluppo del settore?
Il limite della legge che disciplina network marketing in Italia è evidente: non viene concepito come un'evoluzione del franchising  e quindi come attività d'impresa del mercato globale.Questa interpretazione riduttiva del modello di business ha portato e sta portando alle multe da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Queste non finiranno qui...ma continueranno a "fioccare per far cassa" (...ma l'Ente non è nato proprio per questo!?)

Perchè il settore viene così penalizzato? 
La risposta che mi do è questa: c'è un'evidente “miopia di fondo” in quanto non si concepisce ancora il suo importante valore a livello socio – economico e la genialità dell'idea di veicolazione del prodotto sfruttando la filiera corta, il web ed il marketing referenziale nel XXI secolo. Come tutte le grandi intuizioni all'inizio non sono apprezzate e spesso osteggiate: è la storia che lo insegna!

L'atteggiamento da parte del Legislatore non favorisce lo sviluppo ed il progresso di questo sistema in Italia. Come si è detto precedentemente, i criteri di giudizio nelle varie sentenze dell' AGCM sono ricercabili nei “paletti” della legge n.173 del 17.8.2005, che ingloba il network nel settore degli Incaricati alle vendite. Questo non fa altro che limitare le possibilità di un Distributore Indipendente che opera nel network marketing: in particolar modo frena la sua imprenditorialità, relegandolo al ruolo di semplice venditore porta a porta.
In Italia, con questa legge, non ci sarà mai il vero network marketing made in USA .

Lei che conosce il network a livello internazionale, quali sono le principali differenze tra USA ed Italia?
Il network di concezione americana è una grande opportunità di impresa globale, avviabile senza grossi investimenti e costi fissi, se non quelli legati all'investimento in una scorta di prodotto che ognuno può decidere deliberatamente di acquistare in funzione alla propria capacità di spesa, consumo personale, ambizioni ed uso promozionale. Quello che si insegna e si promuove nei libri di Don Failla, R. Kiyosaki e molti altri guru del moderno capitalismo, come Donald Trump e Warren Buffet.

In Italia questa scuola di pensiero non è accolta dal Legislatore: soprattutto i network di nuova generazione sono sotto la “lente di ingrandimento” da parte dell'Antitrust Italiana. Le cause delle multe sono sempre le stesse in tutte le sentenze, guarda caso:

a) non si può indurre le persone a “comprare di più” per “guadagnare di più” in termini di affiliazione di nuovi Incaricati.

b) per essere pienamente nella legalità questa organizzazione di distribuzione non basta acquisti per sé stessa, ma deve servire un potenziale mercato (canale retail) offrendo il prodotto al cliente finale.

Come la spiega? Ci faccia capire meglio...
L'interpretazione italiana del network non è quella di “fare impresa”.
Mi chiedo: ma è forse un illecito indurre le persone ad investire maggiormente per avere un proprio “negozio” più ricco e ben attrezzato. Non è forse così che fa l'imprenditore per avere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza?
Inoltre per il Legislatore Italiano, senza una maggioranza di fatturato legato alle vendite ai clienti, il Network non è legale in Italia. Detta in cifre: se ci sono 1.000 Incaricati alle vendite in un network, ci devono essere almeno 5.000 clienti retail perchè l'organizzazione sia giustificata come “non piramidale”. Mentre l'efficacia dei Network made in USA sono legati all'autoship dei propri iscritti, consumatori soddisfatti che comprano a prezzo all'ingrosso tutti i mesi, con un riordine automatico programmato.

Quale sarà il futuro del network a breve termine?
Di certo, quello di essere ostacolato, bloccato e ancora multato.
Le prossime aziende nel mirino saranno probabilmente le ultime entrate operativamente in Italia: ho osservato come operano Kyani, LiveSmart360 e le concorrenti di Organo Gold per il caffè al ganoderma (DXN e altre), aziende che eccedono anche di più di questa, in claim salutistici.
Le sanzioni non si fermeranno a queste di certe, partiranno nuove indagini e sanzioni!
Di certo gli anni futuri si vedranno sempre più aziende nascere e svilupparsi utilizzando questo sistema e quindi anche l'Italia forse dovrà farsi qualche domanda. Il movimento crescerà e magari qualche politico lungimirante capirà la portata di quest'industria in grado di poter creare ricchezza e benessere. Non saper interpretare il network al giorno d'oggi significa non sapersi adeguare al cambiamento, rimanere indietro con il progresso che la new economy impone.

Quali consigli si sente di dare Sig. Rossi?
C'è da creare cultura: documentatevi su fonti autorevoli e non limitatevi alle "chiacchiere da bar". 
Andate a fondo per capire il network, vivetelo!! ...solo allora si può giudicare realmente.
A tutti i professionisti ed amanti del network marketing invece spetta una riflessione: essere artefici di un cambiamento generazionale, di cultura imprenditoriale, oppure ritornare a fare quello che sempre avete fatto prima, lamentandosi contro tutto e tutti. Poetete decidere di fermarvi, oppure andare avanti, consapevoli della sfida che vi aspetta. Per i vincitori, il premio è ambito: la libertà finanziaria. Buona azione!



Ganoderma-Reishi.it dalla parte di Organo Gold

Il noto portale web di micologia Ganoderma-Reishi.it difende l'azienda Organo Gold dalle accuse arrivate dalla concorrenza e dall'AGCM Italiana. 

Questo quanto si legge sul portale dedicato al Ganoderma Lucidum: "ci sono centinaia, per non dire migliaia di persone, che hanno avuto almeno un beneficio dall'utilizzo continuativo di queste ottime bevande"

Pur consapevoli che ci sono migliaia di testimonianze di benefici di persone in Italia soddisfatte delle bevande OG, " i messaggi pubblicitari salutistici non provengono mai da fonti ufficiali, ovvero dal sito web aziendale OrganoGold.com, ma da siti web di terzi"...


APPROFONDIMENDISCI: Leggi l'articolo integrale.


lunedì 10 marzo 2014

Di nuovo sanzioni sulle vendite multi-livello


Sanzioni per complessivi 500.00 euro a carico delle società Vemma Italia (100mila), Asea Italy (150mila) e Organo Gold Europe (250mila) per pratiche commerciali scorrette che hanno interessato decine di migliaia di consumatori nel settore delle vendite multilivello.
Le ha decise l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato al termine di tre distinti procedimenti istruttori, condotti in collaborazione con il Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza.

Secondo l’Antitrust ai consumatori viene proposto l’acquisto di prodotti attraverso meccanismi finalizzati in realtà al reclutamento di altri venditori ai quali viene richiesto un contributo iniziale o la sottoscrizione di un programma di acquisti personali. 

Il sistema prevede in sostanza il coinvolgimento e la partecipazione di consumatori in uno schema di acquisto e vendita dei prodotti: chi aderisce è incentivato, al momento dell’ingresso nel sistema, a coinvolgere un numero sempre crescente di altri consumatori/venditori. 

Si tratta di un meccanismo distributivo considerato scorretto dal Codice del consumo italiano per il quale il consumatore non può fornire un contributo in cambio della possibilità di ricevere un corrispettivo derivante principalmente dall’entrata di altri consumatori nel sistema anziché dalla vendita o dal consumo dei prodotti.

La posizione di Asea Italy e di Organo Gold Europe risulta ulteriormente aggravata dalla circostanza che le due società hanno attribuito ai loro prodotti capacità curative che non risultano adeguatamente dimostrate e certificate.

Di seguito le pratiche attuate da Vemma Italia, Asea Italy e Organo Gold Europe sanzionate dall’Autorità:

1) avvio di un sistema di promozione a carattere piramidale nel quale il consumatore paga un contributo ‘d’ingresso’ (anche nella forma di autoconsumo) in cambio della possibilità di ricevere un corrispettivo derivante principalmente dall’entrata di altri consumatori nel sistema anziché dalla vendita dei prodotti teoricamente commercializzati: infatti, il fatturato di ciascun professionista derivava principalmente dai meccanismi di ingresso o di autoconsumo e non dalla vendita dei prodotti.

2) ingannevole e mancata informazione completa sulle possibilità di guadagno, che appaiono totalmente irrealistiche e funzionali a ingannare i consumatori per farli aderire allo schema: la stragrande maggioranza di incaricati non ha generato e ricevuto corrispettivi o di importo del tutto trascurabile;

3) limitatamente ai procedimenti a carico di Asea Italy e di Organo Gold Europe, diffusione di affermazioni ingannevoli sulle capacità curative dei prodotti non dimostrate attraverso idonea certificazione.

Infatti la società Asea sostiene che la composizione della miscela commercializzata sarebbe perfettamente equilibrata e in grado di rinforzare il sistema immunitario, favorire il processo di guarigione e limitare l’effetto dannoso dei radicali liberi.

Organo Gold Europe invece sostiene che la bevanda a base di fungo ganoderma avrebbe proprietà tali da renderla efficace nella profilassi di malattie nervose, vascolari e tumorali, senza effetti collaterali.


Multa anche per Herbalife: nessun network è immune alle sanzioni!

Ci verrebbe da dire: nessun network è immune alle sanzioni! Anche in USA, come in Italia...i controlli si fanno severi: e dove girano i soldi, arrivano le multe!

La Federal trade commission (Ftc), l’istituzione statunitense che tutela i diritti consumatori come la nostra AGCM italiana, ha aperto un’inchiesta sull’azienda di integratori alimentari Herbalife, sospettata di essere gestita come una società di truffa piramidale. 

La notizia ha causato un crollo del titolo di Herbalife a Wall street: nella giornata del 12 marzo ha chiuso a 60,5 dollari per azione perdendo il 7,4 per cento del valore, dopo essere scivolato fino a 54,5 dollari.

Nel 2013 ha registrato introiti per 4,8 miliardi di dollari con una crescita del 18 per cento rispetto al 2012. Ha la sede fiscale alle isole Cayman, mentre il quartier generale è a Torrance, vicino a Los Angeles. 

Come spiega la Bbc, Herbalife è accusata di adottare uno schema di vendita basato sul reclutamento di nuovi affiliati e non sul commercio vero e proprio. Un sistema ritenuto ingannevole perché promette forti guadagni agli investitori a patto che questi trovino nuove reclute.

Herbalife ha assicurato di voler “cooperare pienamente”con la Ftc.

Sei cresciuto abbastanza, adesso puoi pagare la multa!

Abbiamo intervistato il Dr. Alvise Fedrigo, laureato in Giurisprudenza che ha svolto per diversi anni la professione legale, continuando nel contempo ad interessarsi di nuove opportunità di business sul mercato italiano. Gli abbiamo chiesto di dare un suo parere dal punto di vista giuridico sul ruolo dell'Antitrust oggi in Italia.

Che tipo di Ente è, quello dell'AGCM?
È ormai appurato che quello che funziona meglio in Italia sono tutti quegli Enti che sono destinati a raccogliere denaro per lo Stato. Che sia dovuto oppure no, sono implacabili.
Multe, balzelli, accertamenti e sanzioni varie sono ormai una spada di Damocle che pende sulle teste di tutte le imprese che raggiungono certi risultati e dove c’è da spillare del denaro. Dove c’è da arraffare si arraffa a man bassa per sostenere uno Stato in affanno di liquidità.


Perchè questo accanimento per il Network Marketing secondo lei Fedrigo?
Nel mondo del Network Marketing ricevere una multa è diventato sinonimo di fatturati consistenti. Lo confermano molte aziende del settore, come Agel, Xango, Asea, Vemma ed Organo Gold

Ma com’è che aziende presenti in tutto il mondo, sono multate solo in Italia?
Qualcuno potrebbe dire che da noi ci sono normative più restrittive. A me sembra che la Legge 173/2005, regolante il campo della vendita diretta e del network marketing, sia una norma passibile di ampi margini di interpretazione e non consenta di avere dall’origine disposizioni chiare tali da consentire a un’azienda del settore di adeguarsi ex lege e dormire sonni tranquilli. In ogni momento (e di solito quando ci sono certi fatturati) può arrivare una sanzione in base all’umore dell’interprete.  

Il vero problema è che NON C’E’ CERTEZZA DI DIRITTO.

Un’azienda multinazionale che entra nel nostro Paese e che già opera in altre decine di Paesi, che gusto ha di costruire una rete in Italia per farsela corrompere da una sentenza sanzionatoria?

Quello che Enti come l’Antitrust secondo me non comprendono, è che attaccare per incassare aziende che si stanno sviluppando bene, nel breve periodo rischia di avere un effetto boomerang. A fronte di quei famosi soldi sporchi, “maledetti e subito”, si ottiene meno gettito nelle casse dello Stato, in quanto i fatturati o calano o si azzerano e quindi anche le tasse pagate dai vari incaricati. 

Ciò perché questo tipo di attività è già molto chiacchierato, spesso per non conoscenza, e attacchi come questo sono a volte fatali. È vanificato il lavoro di molte persone che con fatica e dedizione si costruiscono una fonte di guadagno onesto.

A questo punto mi viene da pensare che se un’azienda riceva una multa, significa che sta iniziando a funzionare bene. Una cosa tipo: Bravo! Sei cresciuto abbastanza, adesso puoi pagare la multa!

Del resto molti grandi miti del passato ci hanno spiegato quale percorso hanno i cambiamenti importanti…

“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”
Mahatma Gandhi. (Mohandas Karmchand Gandhi)

“Ogni verità subisce tre fasi, prima viene derisa, poi combattuta ed infine accettata”. 
Arthur Schopenhauer

La fase in cui interviene una sanzione è quella in cui l’azienda è combattuta. Se le spalle sono larghe e l’azienda è solida, il superamento di questa fase porta all’ultimo stadio, che è quello del successo condiviso. Bisogna solo avere pazienza e interpretare il fatto della sanzione nel contesto italiano, dove la caccia alle streghe e la raccolta di denaro sono purtroppo una realtà.

Tratto da i Milionari del Benessere

 

mercoledì 5 marzo 2014

Multe alle aziende farmaceutiche Roche e Novartis

Multa record da 180 milioni di euro per Roche e Novartis. Lo ha deciso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 27 febbraio 2014: i dei gruppi avrebbero stretto un accordo «anti-concorrenza» contrario al diritto antitrust comunitario, nel mercato dei farmaci per la cura di gravi patologie vascolari della vista. Tra le malattie interessate dall’istruttoria spicca la degenerazione maculare senile, prima causa di cecità nei Paesi industrializzati e di cui solo in Italia sono a rischio un milione di persone.
DIFFICOLTÀ DI CURA - Secondo l’Antitrust l’intesa ha avuto quale possibile conseguenza, tra l’altro, una maggior difficoltà nelle possibilità di cura per molti pazienti e un aumento della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale stimata in 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno.
LA SEGNALAZIONE - L’istruttoria è stata avviata nel febbraio 2013 dopo le segnalazioni ricevute da Aiudapds, un’associazione di cliniche private, e dalla SOI-Società Oftalmologica Italiana: al procedimento hanno chiesto e ottenuto di partecipare anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo. Dalla documentazione acquisita, anche grazie alla collaborazione del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, è emerso che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari.

LA REPLICA DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE - «Novartis respinge in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali messe in atto tra Novartis e Roche in Italia e si avvarrà dei propri diritti di difesa ricorrendo in appello dinanzi al Tribunale competente (TAR)» recita un comunicato diffuso dall’azienda. «I rischi derivanti dall’uso non autorizzato di farmaci sono un problema critico e questa decisione da parte dell’Autorità incoraggia apertamente il diffuso utilizzo intravitreale non autorizzato di Avastin» prosegue la nota. «Ciò è fortemente in contrasto con il contesto normativo di riferimento europeo ed italiano, che ha lo scopo di proteggere la sicurezza dei pazienti e che ora rischia di essere compromesso. La decisione di Roche di richiedere o meno per Avastin l’autorizzazione all’immissione in commercio per l’indicazione oftalmica, che al momento non possiede, è stata assunta in modo assolutamente unilaterale. I fattori che impediscono o limitano l’utilizzo oculare off-label di Avastin in Italia non hanno nulla a che fare con Novartis. Lucentis con il suo profilo di sicurezza ben caratterizzato resta l’unico anti-VEGF autorizzato per cinque indicazioni oculari a disposizione dei pazienti italiani. 

 Novartis crede fermamente che i pazienti abbiano il diritto di essere informati sui principali rischi di sicurezza associati ai prodotti medicinali autorizzati come a quelli non autorizzati, nel pieno rispetto delle normative sulla concorrenza». «Novartis» conclude il comunicato, «intende chiarire che la spesa di Lucentis è sotto controllo e lontana dalle cifre circolate: i dati contenuti nel Rapporto OsMed relativo al 2012 attestano la spesa totale per Lucentis allo 0,3 per cento del totale della spesa farmaceutica per un importo pari a 51,2 milioni di euro e i dati relativi al 2013 non si discostano da tale importo dal momento che la spesa per Lucentis nel periodo gennaio-settembre 2013 è stata pari a 38,6 milioni di euro». 

Roche - in un’altra nota - , dal canto suo «respinge con fermezza le conclusioni del procedimento condotto dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato circa un presunto accordo restrittivo della concorrenza con Novartis. L’azienda ribadisce che le accuse sono prive di qualsiasi fondamento e che ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni. Roche, nel confermare che non c’è stata alcuna intesa anticoncorrenziale con Novartis, precisa che Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono farmaci diversi - per composizione, struttura e modalità di somministrazione - sviluppati per scopi terapeutici differenti: Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un farmaco ad uso oftalmico».

LA POSIZIONE DELL’AIFA - L’Agenzia Italiana del Farmaco ha fatto sapere, dal canto suo, che «accoglie con interesse la decisione dell’Antitrust di multare Novartis e Roche sulla base dell’esistenza di un accordo su farmaci per le patologie oculari. Si tratta di una sentenza storica per tutta l’Europa e non solo, che getta luce su un problema globale che ha costretto l’EMA e tutte le Agenzie europee ad approfondire i rischi connessi all’uso off-label su larga scala di farmaci non studiati per specifiche indicazioni terapeutiche, e per i quali la farmacovigilanza si è dimostrata carente.
L’AIFA ribadisce l’importanza che anche le aziende farmaceutiche seguano sempre un codice di condotta etico e rispettino le norme poste a garanzia del sistema regolatorio, sempre orientato alla massima tutela della salute pubblica, e riconferma il proprio atteggiamento che, in presenza di minimi dubbi sulla consistenza dei dati di rischio/beneficio, sarà sempre quello di assicurare responsabilmente la difesa della salute del cittadino, indipendentemente dai costi economici. L’AIFA si augura che in futuro situazioni simili possano essere superate da apposite disposizioni normative mantenendo al primo posto la centralità del paziente e nessun altro interesse».